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È morto Carlo Gilardi, il professore rinchiuso in una struttura contro la sua volontà

02-11-2023 14:57 - News
Un’immagine del professor Carlo Gilardi.
Il 22 ottobre scorso è morto il professor Carlo Gilardi, rinchiuso in una struttura per anziani contro la sua volontà dietro disposizione della sua amministratrice di sostegno. La sua vicenda divenne tristemente popolare grazie ad alcuni servizi della trasmissione “Le Iene”. Sul suo caso si è pronunciata anche la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo, che lo scorso luglio ha condannato l’Italia per violazione della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, avendo inserito una persona anziana in una residenza sanitaria assistenziale nonostante la sua volontà contraria, limitandone i contatti con l’esterno e senza attuare un percorso di revisione di una misura provvisoria. Con questo scritto Diritti alla Follia, Associazione che ha seguito la sua vicenda, ed è molto impegnata nel denunciare gli abusi nell’applicazione dell’amministrazione di sostegno, ha voluto salutare il professore.

Adesso il chiasso mediatico che tanto aveva infastidito il collaudato sistema Giudici Tutelari/Amministratori di sostegno – portando nientedimeno che il Consiglio Superiore della Magistratura a censurare la trasmissione “Le Iene” (Italia 1) – finalmente si placherà. Carlo Gilardi, il Professore di Airuno (Lecco) è morto a 92 anni in un Hospice del suo paese. Finiti i presidi, gli striscioni, i gesti dimostrativi, le inchieste televisive, le istanze e gli appelli (di Giorgia Meloni e Andrea Boccelli), le raccomandazioni dell’allora Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale Mauro Palma [se ne legga a questo link, N.d.R.]; e felicemente destinati al dimenticatoio – che sospiro di sollievo – anche gli spinosi problemi con la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo (CEDU), che aveva condannato l’Italia per la violazione dell’articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo [se ne legga a questo link, N.d.R.].

Ora, finalmente, tutto torna a posto; e la inarrestabile operazione silenzio e oblio potrà iniziare a macinare risultati. Carlo Gilardi, titolare di un ingente patrimonio di famiglia, era finito sotto amministrazione di sostegno nel 2017, dopo che sua sorella lo aveva segnalato al Tribunale di Lecco per la sua prodigalità verso enti pubblici e persone fisiche. Donazioni al Comune di Airuno e molteplici elargizioni a persone a lui vicine (alcuni extracomunitari, uno dei quali accolto in casa sua ad otto anni e divenuto poi il suo badante; un’anziana ex domestica).

A fine ottobre del 2020 l’incursione dei poteri dello Stato, Padrone e Tutore: l’amministratrice di sostegno, avvocatessa, si presenta in casa Gilardi, scortata da Carabinieri, infermieri e ambulanza; il badante registra il sonoro: Gilardi urla, «Io in casa di riposo non ci vado!»; e incalza, «Io voglio la mia libertà che mi avete sottratto!» A quel punto la registrazione del sonoro fissa l’agghiacciante commento della Amministratrice, «Conviene fare con l’ambulanza, perché… ehh»; e la risposta dell’operatore, «Ok, allora vado ad organizzare». Gilardi, compreso che si apprestano a sedarlo, a quel punto cede.

L’avvocatessa lecchese, a cose fatte dichiarerà, «Il Professor Gilardi si è convinto a venire con noi e lo abbiamo preliminarmente accompagnato ad effettuare alcuni accertamenti sanitari”; e aggiunge, “Attualmente il Professor Carlo non è affatto rinchiuso in un luogo contro la sua volontà ma, al contrario, ha condiviso con la sottoscritta un progetto di libertà […] Il professor Gilardi vuole tornare a vivere da solo a casa sua e questo sarà l’obiettivo, dopo aver messo in sicurezza anche la sua abitazione».

C’è tornato ad Airuno, sicuramente. Promessa mantenuta. Qualche settimana fa. Dopo quasi tre anni in RSA [residenza sanitari assistita, N.d.R.] (dove più volte ha continuato ad asserire, di fronte a testimoni, di non volerci stare). C’è tornato moribondo.

Nel giugno del 2020, avendo capito la trappola in cui stava per finire, si era sottoposto a perizia psichiatrica, dove, tra le altre cose, si legge «non emergono anomalie o segni di patologia. Il pensiero è privo di alterazioni (…) nessun segno di deterioramento mentale o cognitivo».

Qualcuno si scruti l’anima; se se la trova.
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