Cultura, fare innovazione grazie alle persone con spettro autistico
18-04-2024 14:24 - News
«Sono dieci anni ormai che non faccio una riunione di équipe senza appendere al muro grandi fogli di carta da pacco su cui disegno mappe concettuali mentre parlo. L’ho imparato dalle persone neuro diverse». Dialogo con Carlo Riva, direttore de "L'Abilità onlus" di Carlotta Jesi
«Sono dieci anni ormai che non faccio una riunione di équipe senza appendere al muro grandi fogli di carta da pacco su cui disegno mappe concettuali mentre parlo. L’ho imparato dalle persone neuro diverse: le mappe mi aiutano a sintetizzare e ad essere più veloce nel lavoro». A Carlo Riva, direttore de L’Abilità onlus, sembra la cosa più naturale del mondo raccontare quanto, lui per primo, deve alle persone nello spettro dell’autismo con cui lavora. «Dobbiamo stare veramente attenti a non cadere nell’abilismo» avverte. Oltre a essere un atteggiamento discriminatorio, per lui considerare chi ha una neuro diversità solo nella dimensione del bisogno è uno spreco.
Per esempio l’essere esperte di accessibilità. Riva ne ha fatto esperienza con “Museo per tutti”, il progetto che ha creato per facilitare la fruizione della cultura da parte delle persone con disabilità intellettiva e che si è rivelato un potente strumento per avvicinare alla cultura anche i neuro tipici.
«Le persone con disabilità vogliono essere protagoniste nel contesto sociale e non solo del progetto di vita che costruiscono con i loro caregiver. Hanno il diritto di essere protagoniste, e hanno anche competenze utili da offrire alla società». Quali competenze?
In che modo lavorando con le persone nello spettro autistico avete fatto innovazione?
Tra gli strumenti con cui lavoriamo sull’accessibilità dei luoghi di cultura ci sono delle guide ai musei e alle opere esposte scritte dalla nostra équipe di storici dell’arte, laureati in beni culturali e pedagogisti nel font per dislessici easy to read e validate da persone con neuro diversità. Nel 2023, oltre cinquanta persone di diverse età con disabilità intellettiva hanno partecipato a questo processo diventando protagoniste dell’inclusione. Validare significa mettere la propria esperienza, e il proprio modo di essere, a disposizione di tutti creando un servizio innovativo. In base al mio funzionamento cognitivo ti dico cosa significa arricchire le metriche con cui definiamo l’accessibilità e ampliare la fruibilità dei luoghi di cultura. Significa riconoscere le competenze specifiche delle persone con disabilità. Le guide, scaricabili gratuitamente dai siti dei vari musei o da quello del progetto “Museo per tutti”, contengono anche delle mappe sensoriali che segnalano gli ambienti in cui si registrano variazioni che possono causare fastidio dal punto di vista della simulazione sensoriale e delle schede che sintetizzano la visita nei simboli della Comunicazione Aumentativa Alternativa. Con questo lavoro sull’accessibilità le persone con disabilità diventano due volte protagoniste. Dell’inclusione, grazie al processo partecipativo di validazione dei contenuti, e della visita al museo, che possono effettuare in autonomia.
«Sono dieci anni ormai che non faccio una riunione di équipe senza appendere al muro grandi fogli di carta da pacco su cui disegno mappe concettuali mentre parlo. L’ho imparato dalle persone neuro diverse: le mappe mi aiutano a sintetizzare e ad essere più veloce nel lavoro». A Carlo Riva, direttore de L’Abilità onlus, sembra la cosa più naturale del mondo raccontare quanto, lui per primo, deve alle persone nello spettro dell’autismo con cui lavora. «Dobbiamo stare veramente attenti a non cadere nell’abilismo» avverte. Oltre a essere un atteggiamento discriminatorio, per lui considerare chi ha una neuro diversità solo nella dimensione del bisogno è uno spreco.
Per esempio l’essere esperte di accessibilità. Riva ne ha fatto esperienza con “Museo per tutti”, il progetto che ha creato per facilitare la fruizione della cultura da parte delle persone con disabilità intellettiva e che si è rivelato un potente strumento per avvicinare alla cultura anche i neuro tipici.
«Le persone con disabilità vogliono essere protagoniste nel contesto sociale e non solo del progetto di vita che costruiscono con i loro caregiver. Hanno il diritto di essere protagoniste, e hanno anche competenze utili da offrire alla società». Quali competenze?
In che modo lavorando con le persone nello spettro autistico avete fatto innovazione?
Tra gli strumenti con cui lavoriamo sull’accessibilità dei luoghi di cultura ci sono delle guide ai musei e alle opere esposte scritte dalla nostra équipe di storici dell’arte, laureati in beni culturali e pedagogisti nel font per dislessici easy to read e validate da persone con neuro diversità. Nel 2023, oltre cinquanta persone di diverse età con disabilità intellettiva hanno partecipato a questo processo diventando protagoniste dell’inclusione. Validare significa mettere la propria esperienza, e il proprio modo di essere, a disposizione di tutti creando un servizio innovativo. In base al mio funzionamento cognitivo ti dico cosa significa arricchire le metriche con cui definiamo l’accessibilità e ampliare la fruibilità dei luoghi di cultura. Significa riconoscere le competenze specifiche delle persone con disabilità. Le guide, scaricabili gratuitamente dai siti dei vari musei o da quello del progetto “Museo per tutti”, contengono anche delle mappe sensoriali che segnalano gli ambienti in cui si registrano variazioni che possono causare fastidio dal punto di vista della simulazione sensoriale e delle schede che sintetizzano la visita nei simboli della Comunicazione Aumentativa Alternativa. Con questo lavoro sull’accessibilità le persone con disabilità diventano due volte protagoniste. Dell’inclusione, grazie al processo partecipativo di validazione dei contenuti, e della visita al museo, che possono effettuare in autonomia.