27 Luglio 2024
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Roma, Spes contra Spem inaugura una nuova casa per il “Dopo di noi”

30-01-2024 14:31 - News
Un momento dell’inaugurazione – con tanto di torta e spumante – di Casa Insieme, un’abitazione che la cooperativa Spes contra Spem di Roma ha destinato ai progetti di “Dopo di noi” di tre persone adulte con grave disabilità (fonte: «Redattore Sociale»).
È stata inaugurata nei giorni scorsi, nel quartiere romano Talenti Montesacro, Casa Insieme, un’abitazione adibita ai progetti di “Dopo di noi” di tre persone adulte con gravi disabilità e situazioni familiari complesse. L’iniziativa è promossa dalla cooperativa Spes contra Spem nell’àmbito della Legge 112/2016, che però non è adeguatamente finanziata. Casa Insieme è il primo di quattro alloggi che la cooperativa conta di inaugurare entro la prossima estate.

È stata inaugurata nei giorni scorsi, nel quartiere romano Talenti Montesacro, Casa Insieme, un’abitazione adibita ai progetti “Dopo di noi” di tre persone adulte con gravi disabilità e situazioni familiari complesse. L’iniziativa è promossa dalla cooperativa Spes contra Spem nell’àmbito della Legge 112/2016 (Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare).

Con un nome che richiama il motto di San Paolo – e che potrebbe essere tradotto come “la speranza contro ogni speranza”, ma anche, concettualmente, come un farsi speranza per dare speranza –, rientrano tra le finalità della cooperativa progettare, realizzare e gestire servizi residenziali di tipo comunitario e servizi di integrazione socio-culturale per giovani, minori a rischio e persone adulte con disabilità.

Casa Insieme viene inaugurata dopo un periodo di gestazione iniziato nell’autunno scorso con un percorso di avvicinamento graduale, nel quale i primi tre inquilini della casa hanno avuto la possibilità di sperimentare stadi crescenti di autonomia, soggiornando nell’abitazione inizialmente per un paio di giorni, quindi per periodi più lunghi, sino al trasferimento stabile con il supporto di alcuni/e assistenti domiciliari e di almeno un/a operatore/trice.

«Gianluca ha 50 anni, non vede e sente poco, ma vuole sempre essere informato di tutto. Ha un incredibile senso dell’orientamento e una grandissima memoria – racconta all’Agenzia «Redattore Sociale» Veronica Velasco, una delle operatrici che lavorano all’interno di Casa Insieme, descrivendo i suoi abitanti –. Federica ha quasi 53 anni, è imprevedibile, adora disegnare e cantare a squarciagola le canzoni di Raffaella Carrà e Adriano Celentano, è sempre di buon umore e durante la giornata, quando c’è bisogno, tira fuori il suo ‘Daje!’. Laura ha quasi 50 anni e ha la sindrome di Rett. Si fa capire con il linguaggio non verbale, batte i piedi se si vuole alzare, spalanca gli occhi quando ascolta e adora i cartoni animati». Tutte persone intorno ai cinquant’anni e con situazioni familiari particolarmente complesse, giacché una di esse ha perso entrambi i genitori, e quelli delle altre due non sono più in grado di prendersi cura di loro perché molto anziani e affaticati.

Pensata come una soluzione abitativa che si avvicini il più possibile a un contesto familiare, Casa Insieme si regge anche in virtù di un costante coordinamento tra operatori/trici domiciliari, assistenti familiari e famiglie (quando ci sono), mantenendo un’apertura con l’esterno, invitando familiari e amici, e preservando la frequenza al centro diurno.

Quello di Casa Insieme è il primo progetto che la cooperativa ha realizzato nell’àmbito della Legge 112/2016, racconta, sempre a «Redattore Sociale», Luigi Vittorio Berliri, presidente di Spes contra Spem, mentre auspica che la norma venga migliorata, e conviene che nel frattempo sia comunque necessario «fare quel che si può per dare risposte a questa urgenza». Infatti la cooperativa ha ricevuto in eredità dal padre di una persona con disabilità ben quattro villette. Casa Insieme è solo la prima di quelle predisposte per il Dopo di noi, ma la cooperativa conta «di inaugurare anche le altre tre entro la prossima estate».

Il problema è che la somma stanziata per il Fondo nazionale dedicato al “Dopo di noi” istituito dalla Legge 112/2016, e che ogni anno viene ripartito dal Ministero alle Regioni, è largamente insufficiente: lo scorso anno sono stati stanziati poco più di 76 milioni di euro, ed al Lazio sono arrivati circa 8 milioni. «Pochissimo, rispetto a quanto servirebbe – osserva Berliri –. Intanto, facciamo tutto il possibile per dare certezza a questo progetto, che assicura dignità e futuro alle persone con disabilità e alle loro famiglie».



Vedi anche:

Sito della cooperativa Spes contra Spem.
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