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Disabilità e vita indipendente, le regole per i progetti delle Regioni

19-11-2016 14:50 - News
Obiettivi, modalità di progettazione, figure coinvolte e tempistiche per presentare progetti che rendano la persona disabile sempre più autodeterminata

Sono state pubblicate, da parte del Ministero del Lavoro, le linee guida per la presentazione di progetti di vita indipendente ed inclusione nella società di persone con disabilità, da parte dalle regioni. Si tratta di 33 pagine nelle quali si dà una serie di indicazioni nell´ottica di perseguire una omogeneità di proposte che annulli anche le disparità territoriali, pur salvaguardando l´autonomia organizzativa e programmatoria delle Regioni.

Il documento, si legge nella sua parte introduttiva, si innesta negli interventi predisposti nel Programma di Azione biennale per la promozione dei diritti e l´integrazione delle persone con disabilità, recentemente approvato dall´Osservatorio relativo e in corso di definitiva approvazione.

COS´E´ LA VITA INDIPENDENTE - Al punto 6 delle linee guida si ricorda che per Vita Indipendente non si intende necessariamente la vita per conto proprio o la sola autonomia, ma ha a che fare con l´autodeterminazione delle persone con disabilità, scelta che si riverbera anche sull´ambito familiare della persona interessata. Con riferimento alla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità (in particolare all´articolo 19) si ricorda che deve essere assicurato che le persone con disabilità abbiano la possibilità di scegliere (...) il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere, senza essere obbligate a vivere in una particolare segregazione. Libertà di scelta di poter vivere al proprio domicilio e lo sviluppo di una rete di servizi utili alla piena inclusione della persona con disabilità nella società – anche a fronte di un progressivo processo di deistituzionalizzazione sono quindi i punti cardine.

I PUNTI DEBOLI FINORA – I primi punti di questo documento ricordano come sia stata la legge 21 maggio 1998, n.162 (nel modificare la L. 104/92) a introdurre nel nostro ordinamento un primo riferimento al diritto alla vita indipendente di persone con disabilità, indicando alle regioni l´opportunità di programmare interventi che nel corso degli anni hanno sperimentato e favorito questa genere di progettualità che tuttavia hanno evidenziato anche delle criticità. Tra queste, l´assunzione di criteri spesso più sanitari più che tenenti conto del rischio di esclusione, ma anche la mancanza di concertazione tra i vari interventi (sociali, educativi, sanitari e sociosanitari).

I FONDI A DISPOSIZIONE – I fondi complessivi a disposizione per le iniziative proposte da queste linee guida, ammontano in somma complessiva a 15 milioni di euro. Si tratta di 10 milioni di euro stanziati dai decreti di riparto del Fondo per le non autosufficienze per gli anni 2014, 2015 e 2016, ai quali si aggiungono i 5 milioni di euro aggiuntivi per l´anno 2016 recentemente stanziati dalla Legge di stabilità per il 2016 (L. 208/2015).

PROMOZIONE DELL´ABITARE IN AUTONOMIA E DELLA DOMICILIARITA´ – Su questo punto si fa riferimento all´azione 3 del Programma d´azione biennale , specificando che "È necessario che per tutte le persone con disabilità, anche per chi necessita di maggiori o più intensi sostegni, siano privilegiati e garantiti politiche e servizi di sostegno, sulla base di progetti personali, affinché la persona con disabilità o chi lo rappresenta possa programmare e realizzare il proprio progetto di vita adulta sia all´interno che all´esterno della famiglia e dell´abitazione di origine. E affinché i familiari della persona con disabilità possano adeguatamente compiere i loro ruoli genitoriali o parentali senza deprivazioni derivanti da sovraccarichi assistenziali o economici".

L´APPROCCIO ALL´INDIPENDENT LIVING - Questo punto si riferisce all´azione 4 del piano, e si ispira a un modello di intervento volto a favorire l´autodeterminazione, l´inclusione e la piena partecipazione delle persone con disabilità, attraverso la redazione diretta del proprio progetto di vita. La persona cui viene garantito il diritto di scelta si assume le conseguenti responsabilità e la consapevolezza degli eventuali rischi. Esso rappresenta una delle alternative possibili dell´assistenza diretta, scelta da altri, e favorisce la partecipazione delle persone con disabilità nella società, innescando meccanismi di mutamento culturali e materiali nell´ottica del "mainstreaming". Tra le azioni specifiche per metterlo in campo:
– il pieno coinvolgimento personale della persona con disabilità o di chi la rappresenta;
– l´individuazione di congrue risorse necessarie;
– il trasferimento monetario congruente al progetto di vita indipendente presentato e accettato; perequato nel tempo al costo di mercato e al costo orario del contratto lavorativo dell´assistente personale assunto; continuativo nel tempo per consentire una progettazione di lungo periodo ed evitare il ritorno a situazioni di dipendenza;
– la possibilità di destinare, in modo concordato, il trasferimento monetario a spese propedeutiche all´inclusione sociale quindi non strettamente connesse alla diretta assistenza personale;
– la scelta del proprio assistente personale senza condizionamenti o imposizioni esterne nel rispetto della normativa in materia di contratti di lavoro.

CARATTERISTICHE DEI PROGETTI – Requisito essenziale per la richiesta di finanziamento, la presenza, nei territori coinvolti, di servizi che dispongano di un modello di accompagnamento verso l´autonomia che preveda l´utilizzo di modalità di valutazione multidimensionale. Per la valutazione, è possibile avvalersi anche di un referente con specifiche competenze in materia di vita indipendente, agenzie per la vita indipendente , ove possibile, di persone con disabilità come figure di consulenti alla pari.
I progetti devono prevedere l´elaborazione di un budget integrato di progetto, e promuovere la più ampia partecipazione possibile della persona con disabilità alla progettazione del proprio progetto personalizzato. Gli interventi devono avere durata di 12 mesi.

PARTECIPAZIONE DELLA FAMIGLIA - Si specifica inoltre che l´eventuale partecipazione dei familiari, o di chi rappresenti la persona con disabilità, così come il ruolo della equipe, non devono costituire un ostacolo all´esercizio della piena autonomia e autodeterminazione del beneficiario, ma un´occasione per estendere alla cerchia dei congiunti gli effetti positivi di un´azione di orientamento alla vita indipendente, nonché avvalersi di informazioni utili alla migliore predisposizione del progetto personalizzato di vita.

L´ASSISTENTE PERSONALE – Si sottolinea che la libera scelta dell´assistente va sempre garantita al beneficiario, fatte salve le eventuali indicazioni rappresentate dalle UVM e riportate nel progetto realizzato, raccomandando che le Regioni garantiscano il principio della libera scelta anche in presenza di Albi o registri per questa categoria. Il contributo economico per l´assistente personale dovrà essere considerato come voce di spesa autonoma e specifica, pur parte di un più ampio insieme di aree di progettazione connesse all´obiettivo di autonomia.

COINVOLGIMENTO SOCIALE - Al punto delle Linee Guida 29 si fa riferimento alla necessità di inserire, nella predisposizione del progetto, forme di coinvolgimento attivo nel mondo associativo e alla comunità di riferimento.

TEMPISTICHE E RISORSE - Le regioni dovranno quindi fornire al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali le le proposte di adesione entro e non oltre le 12.00 del 21 novembre 2016. Queste le altre tempistiche:
- 21 novembre 2016: termine per l´invio di proposte di adesione
- dal 22 novembre al 6 dicembre 2016: valutazione delle proposte
- 9 dicembre 2016: pubblicazione degli ambiti territoriali ammessi al finanziamento
- entro il 16 dicembre: firma del protocollo d´impresa
- gennaio 2017: inizio delle attività
Ogni proposta progettuale riferita ad un ambito territoriale può beneficiare di un massimo di 80.000 euro di finanziamento da parte del Ministero. La regione garantisce il co-finanziamento di almeno il 20% del totale del costo complessivo della proposta progettuale.
Il Ministero intende finanziare almeno 187 proposte di adesione.
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