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Il diritto al lavoro delle persone disabili

26-11-2014 15:56 - Archivio
di Cristiana Guccinelli

In Toscana i disabili iscritti alle liste di collocamento sono 38.631, secondo la VII Relazione al Parlamento sull´attuazione della legge per il diritto al lavoro dei disabili. Nel solo 2013 se ne sono iscritti 4.479. Coloro che sono stati inseriti nel mondo del lavoro sono 1229, contro i 1375 del 2012. E, come accade anche a livello nazionale, sono moltissimi i posti di lavoro che per legge dovrebbero essere assegnati a persone con disabilità e che invece rimangono ´scoperti´, sia nel pubblico che nel privato.

In Toscana queste aziende sono 1.171 e i posti ´scoperti´ sono 353, le pubbliche amministrazioni sono invece 80 per 556 posti scoperti. A ciò si aggiungono gli esoneri, ovvero chi richiede di non rispettare la legge e quindi di non essere obbligato ad assumere persone disabili. Nel 2013 sono state 183 le richieste in tal senso per 426 posti complessivi.

I dati parlano chiaro. La situazione è drammatica. Non si capisce perché non applicando la legge non si ricevano sanzioni, perché si possa chiedere l´esonero pagando, perché il pubblico abbia anch´esso dati tanto sconfortanti, ecc. ecc.

Comunque per una migliore applicazione della legge serve anche un modo nuovo di affrontare la questione. Si tratta di attivare processi di integrazione lavorativa e sociale e non solo azioni di avviamento al lavoro. Nel report "Le parole del lavoro" di Fish - Federazione italiana per il superamento dell´handicap si sottolinea che mantenere "un approccio difensivo verso i lavoratori con disabilità porta alla crescita delle richieste di esenzione da parte delle aziende o alla scelta di pagare sanzioni piuttosto che procedere alle assunzioni".

E´ per questo che volontariato e cooperazione sociale possono insegnare molto su come facilitare l´incontro fra lavoratore disabile e azienda. Troppo spesso è la mancanza di conoscenza reciproca a rendere l´impresa impossibile. Manca un lavoro di matching che fatto con metodo e procedure possa essere, in ogni territorio, un presidio di conoscenze dei bisogni aziendali e di approfondimenti circa le caratteristiche delle persone con disabilità (capacità, competenze, risorse, obiettivi e aspirazioni).

Certo è che mentre si tenta di migliorare l´attuazione di una legge ancora poco conosciuta e spesso non applicata, bisogna stare attenti alle manovre di arretramento. Che sono sempre in agguato. C´è infatti chi vorrebbe rimettere mano alla legge 68/99 facendola rientrare all´interno delle politiche sociali e non più in quelle del lavoro. Si tornerebbe così al pregiudizio per cui il lavoro ai disabili è un atto di assistenza sociale.

Le foto che corredano gli articoli di questo numero sono state gentilmente concesse da Aipd Pisa.
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