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Disabilità, l´Osservatorio che Paese osserverà?

30-07-2014 09:31 - Archivio
Torna a riunirsi martedì prossimo, 29 luglio, l´Osservatorio Nazionale sulla condizione delle Persone con Disabilità. E´ il massimo organismo previsto in Italia dalla Convenzione Onu, divenuta legge anche nel nostro Paese nel 2009. Potete leggere la composizione dell´osservatorio e i suoi compiti consultando l´ampia pagina sul sito del ministero del lavoro . E´ la prima volta che i 40 membri effettivi e i nove invitati permanenti si ritrovano dopo la conferenza nazionale di Bologna del luglio 2013. Nel frattempo l´Italia è cambiata mille volte, e non in meglio. E la disabilità non è quasi mai stata nei primi posti dell´agenda politica e sociale del Paese, se non per singole situazioni, quasi sempre legate ad emergenze di salute e di sopravvivenza, oppure per il tormentone dei "falsi invalidi". Che Paese osserverà l´Osservatorio? In che modo riuscirà a portare in primo piano, a livello di coordinamento delle politiche dei singoli ministeri, i contenuti ambiziosi del Programma di Azione biennale, varato a Bologna (un anno fa, che sembra un secolo...)?

Conosco molte delle persone, competenti e in gamba, che fanno parte di questo organismo, sicuramente sconosciuto ai più. Sono certo che vivranno con una certa emozione e con forte senso di responsabilità questo ruolo. Molti vengono direttamente dalle principali associazioni delle persone con disabilità, altri hanno specifiche competenze tecniche, una parte è indicata dalle direzioni dei ministeri. Quasi sicuramente l´iniziativa più concreta che potrà essere messa in campo in tempi brevi è la rinnovata attivazione del Comitato tecnico-scientifico, che potrebbe essere il luogo ideale per un ripensamento complessivo di tutto quanto ruota attorno alla vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie.

Siamo in un momento di grande stanchezza. Le associazioni giocano quasi esclusivamente in difesa, e non possono fare diversamente, costrette come sono a rintuzzare piccoli e grandi attacchi ai servizi di welfare, a documentare la straordinaria gravità della disoccupazione, anzi della "non occupazione" di centinaia di migliaia di persone con disabilità motoria, sensoriale, intellettiva. Il tema della vita indipendente è in un angolo, soffocato dalla scarsezza dei fondi per la non autosufficienza e del fondo per le politiche sociali. L´inclusione scolastica sopravvive, ma nelle scuole superiori dovrà fare i conti fra pochi mesi con l´incognita della soppressione delle Province. La mobilità personale è spesso aleatoria, tanto che fa notizia e presa l´iniziativa individuale di Iacopo Melio, con #iovorreiprendereiltreno; l´accessibilità urbana è a macchia di leopardo, e sono più le ombre che le luci.

Ma più in generale: non c´è un´immagine positiva della disabilità, se non grazie alle singole storie di persone che riescono, nonostante tutto, a farcela, e che spesso sono raccontate qui, nelle pagine degli "Invisibili". Il mondo dei media, l´opinione pubblica, la politica, i responsabili delle scelte tecniche e amministrative, vivono la disabilità come un problema, come un costo, come un peso, morale ed economico.

Se potessi dare un suggerimento agli amici dell´Osservatorio: provate a volare alto. Non accontentatevi del piccolo cabotaggio, della navigazione a vista. Provate a cambiare il paradigma della disabilità in Italia, a farlo diventare ad esempio uno dei punti di ripartenza per l´economia sociale, per le nuove imprese, per la cooperazione, per le opportunità di progettazione inclusiva, utile a tutti. Provate a chiedere di essere ascoltati non solo dagli addetti ai lavori, ma da chi davvero ha il potere di inserire la disabilità nelle grandi scelte di riforma e di cambiamento del Paese. Provate a far capire che siamo un mondo di persone in gamba, capaci, competenti, pronte alle sfide di una società in trasformazione rapida. Provate ad avere orgoglio. Anche per chi ormai sembra rassegnato.

Fonte: http://invisibili.corriere.it/
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